Breve storia di Vallesina.
Borgata situata tra valle e vens , lungo l’omonimo Rio, che sfocia nel lago artificiale creato dalla Enel già SADE di valle.
Un tempo poloso centro con mulini e segherie, fu colpita da diversi incendi(il più grande fu il 30 marzo 1871, che lasciò ben 17 famiglie senza una dimora) e da una forte alluvione nel 1966; oggi è abitata da 8 famiglie.
Si divide in Valesina de Sora tradizionalmente abitata dagli Agnoli e Mazzorana, e Valesina de Sote abitata dai Marinello.
La chiesa.
Ultimata nel 1840ai santi Filomena e fermo ridenominata poi Chiesa della Madonna della Neve. In questa chiesetta celebrò alcune messe nel settembre 1915 l’allora sergente di sanità Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII che si trovava in servizio come cappellano militare in Cadore.
Mulini e segherie.
Nel comune di Valle la maggior parte dei manufatti e degli edifici paleoindustriali connessi con la presenza dell’acqua, si andò insediando lungo gli affluenti del torrente Boite, e principalmente in località Vallesina, lungo il torrente omonimo.
In tutto il comune nel 1776, come riportato dalle “Anagrafi Venete” vi erano “27 ruote di mulini di grano, una sega da legnami, cinque telari da tela, ventidue mole”.
Gran parte degli opifici idraulici si trovavano lungo il torrente Vallesina e le due borgate si svilupparono attorno alle attività che ne sfruttavano l’acqua.
I tronchi, dopo essere stati ridotti in tavole, erano accatastati nell’adiacente piazzale, per poi essere caricati sui carri che prendevano la via d’Alemagna. A seguito della costruzione del ponte ferroviario nel 1919 e della relativa linea ferroviaria, le tavole venivano caricate direttamente sul treno che passava a pochi metri dall’opificio.
La guerra.
Nel settembre del 1944 i partigiani avevano bloccato con un tronco messo di traverso sui binari, in località Valgranda, all’uscita della prima galleria tra Vallesina e Suppiane, un treno con i contrassegni della Croce Rossa che trasportava feriti tedeschi a Cortina. Gli stessi partigiani, arrivati da sopra, spararono contro i militari di scorta al convoglio, uccidendo un anziano riservista tedesco della Territoriale, e si ritirarono. Per rappresaglia, Vallesina di sopra fu incendiata e era stata decretata analoga la sorte di Venas e Suppiane, ma Amelio Toscani riuscì a salvare la sorte di Venas.
Il 29 aprile 1945 il segretario politico del Fascio del comune di Valle, Soravia Antonio “Capoto”, attirato in un agguato, fu ucciso a tradimento al ponte di Vallesina.